Art City

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La partecipazione del LabOratorio degli Angeli alle edizioni di ArtCity


2024- Atelier dell'Errore

Dal 29 gennaio al 10 febbraio, in occasione della 50esima edizione di Arte Fiera e di ART CITY Bologna 2024, il LabOratorio degli Angeli ospita un intervento site-specific di Atelier dell’Errore (AdE) dal titolo “IDOLO” a cura di Leonardo Regano. 


Gli spazi dell’antico ex Oratorio di Santa Maria degli Angeli, oggi adibito a laboratorio di restauro, si aprono al dialogo con il contemporaneo accogliendo il collettivo fondato dall’artista Luca Santiago Mora. Per l’occasione, AdE presenta un’installazione dedicata che riunisce la complessità dei loro diversi linguaggi espressivi: disegno, video, fotografia, scultura, performance.


“IDOLO” è un progetto che, nelle sue molteplici risonanze visive ed esperienziali, propone un dialogo intimo tra l’opera di AdE e lo spazio espositivo, assorbito e trasformato attraverso gli interventi in un luogo di densa carica spirituale, abitato e sorvegliato da divinità protettrici,  idoli e creature insettiformi che portano a riflettere sulle forze ed energie della creazione, della trasformazione, della relazione con il mondo.



2023- Eva Marisaldi

Per l'undicesima edizione di ART CITY Bologna, il LabOratorio degli Angeli presenta “Guarda caso”, un progetto site specific di Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano e realizzato in collaborazione con la Galleria De’ Foscherari di Bologna, tra i Main project di ART CITY Bologna 2023 in occasione di Arte Fiera.



L’opera di Eva Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese, intrecciando un intenso confronto in un intervento site-specific che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni.


Con “Guarda caso”, Marisaldi rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d’arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione. 

2022- Sissi

Per la decima edizione di ART CITY Bologna, il LabOratorio degli Angeli presenta “Sacri Indici”, un nuovo progetto site-specific di Sissi, a cura di Leonardo Regano e realizzato in collaborazione con la Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. 


Per la prima volta è esposta al pubblico una grande carta monumentale, un’anatomia ‘sacra’ che l’artista ha creato appositamente per la mostra entrando in intima connessione con la peculiarità dello spazio espositivo.

Una selezione di otto grandi opere su carta appartenenti al ciclo degli “Index”, scandiscono lo spazio espositivo dello storico laboratorio di restauro e lo mutano in un percorso che ne riattualizza la sua originaria natura di luogo adibito al culto. La mostra “Sacri Indici” sarà anche l’occasione per esporre “Anatomia Parallele”, libro-opera che raccoglie gli studi di Sissi sul corpo.


Alle pareti dell’ex Oratorio, l’artista espone una selezione di lavori affini, sempre su carta ma di formato più intimo. Come ogni anno, le scelte espositive saranno per l’artista invitato anche un prezioso momento di confronto con il LabOratorio degli Angeli e le sue attività, che curerà la presentazione delle opere di grande formato proponendo diverse soluzioni di montaggio a seconda dei differenti supporti e delle tecniche esecutive.

2021- Giorgio Andreotta Calò

Nel 2021, il LabOratorio degli Angeli ha presentato “Ellissi”, progetto site-specific di Giorgio Andreotta Calò, a cura di Leonardo Regano, parte del Main program di ART CITY Bologna 2021 promosso dal Comune di Bologna nell'ambito di Bologna Estate.


Negli spazi del laboratorio, Andreotta Calò espone la versione integrale dell’opera fotografica “Annunciazione”, realizzata nel 2018 in occasione di “Anàstasis”, intervento installativo monumentale presso la chiesa Oude Kerk di Amsterdam, i cui dodici elementi che la compongono sono il risultato di un’impressione fotografica diretta attraverso la luce naturale, avvenuta per contatto tra i fogli di carta fotosensibile e le vetrate policrome della chiesa.


Mettendo da parte l’obiettivo e il mezzo fotografico, l’artista modula la luce naturale che diviene così strumento per riprodurre, senza alcuna mediazione, l’immagine dell’incontro tra la Vergine e l’Angelo annunciante. Sul supporto di carta fotosensibile è impressa la visione di una scena che è mistica, ma che al tempo stesso porta su di sé i segni di un confronto attuato dall’artista con il luogo, l’Oude Kerk, con la sua storia e le sue emergenze architettoniche, decorative e scultoree.

2020- Maurizio Bottarelli

Nel 2020, il laboratorio ha rinsaldato il suo legame con il territorio bolognese presentando una personale di Maurizio Bottarelli dal titolo "Il nudo trasfigurato", a cura di Leonardo Regano. Artista tra i più affermati e conosciuti in ambito nazionale, Bottarelli ha proposto sei nudi “figurativi” tutti incentrati sullo studio del corpo, tra i quali tre inediti del 1994 e tre del 1997 esposti unicamente negli Stati Uniti.


Le sei grandi opere in carta sono state disposte nello spazio dell’ex Oratorio a creare un dialogo con l’ambiente. Poi, nella sala della Biblioteca Maurizio Bottarelli ha esposto una serie di schizzi e bozzetti di nudi realizzati con diverse tecniche grafiche su supporti cartacei dalle più svariate texture, che abbracciano tutta la sua produzione, fin dai tempi in cui studiava all’Accademia di Belle Arti di Bologna.


In occasione dell’evento, è stata proiettata una riedizione dell’opera video “Trittico” che ricostruisce tre momenti fondamentali della carriera di Maurizio Bottarelli, dal 1996 al 2002, realizzata da Luigi Zanolio.

2019- Simone Pellegrini

Nel 2019, il laboratorio ha deciso di omaggiare i protagonisti di ieri e di oggi nell’arte italiana, con un evento esclusivo in cui l’approfondimento storico-critico si unisce allo studio delle problematiche allestitive e conservative del contemporaneo.


Dal 1 al 16 febbraio è stato esposto il solo show di Simone Pellegrini dal titolo Sensorio Indiscreto, progetto selezionato e promosso nell’ambito di ART CITY Segnala 2019. Raffinato interprete delle più recenti istanze della pittura italiana, con Sensorio Indiscreto, Simone Pellegrini impreziosisce di un nuovo tassello la sua ricerca sul gesto e la forma pittorica, presentando una grande installazione realizzata per l’occasione e allestita nell’oratorio dell’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli.


Nel titolo, Sensorio Indiscreto, si evidenzia il rapporto che Pellegrini instaura con la materia, la carta, il carbone, i pigmenti e una tecnica lavorativa simile alla stampa a monotipo che rendono l’approccio alle sue opere un’esperienza sensoriale intensa. 

2018- Pinuccia Bernardoni

Nel 2018, il LabOratorio degli Angeli ha celebrato Pinuccia Bernardoni con un evento organizzato in collaborazione con la Galleria Studio G7 e con la partecipazione e il contributo dell’Enoteca alla Porta.


Nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Bernardoni ha presentato una selezione di opere su carta di grande e medio formato che raccontano gli ultimi vent’anni della sua ricerca artistica. Cuore del percorso è stato il ciclo sulle foglie che Pinuccia Bernardoni ha realizzato tra il 2005 e il 2006: in un’unica installazione di quasi dieci metri di ampiezza, si alternano cinque grandi carte del ciclo dei Nero di Foglia (2005-2006), a cui si aggiungono altre due opere tratte dalle serie Nerezze (2005-2006) e delle Sdoppiate Foglie (2006).


Il LabOratorio degli Angeli ha ripreso con Camilla Roversi Monaco questo dialogo, proponendo un sistema di montaggio conservativo in cornice con l’opera a vista per un lavoro su carta di Pinuccia Bernardoni, appartenente al ciclo inedito delle Sindoni esposto per la prima volta proprio in questa occasione. Il criterio di montaggio, totalmente reversibile, è stato scelto per esaltare i naturali movimenti del supporto dell’opera, lasciando inalterata la traccia del processo creativo dell’artista.

2017- Luca Caccioni

Nel 2017, LabOratorio degli Angeli ha celebrato Luca Caccioni, che nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli presenta una selezione di opere su carta di grande e medio formato tratta dalla serie Onicophagie.


Le «Onicophagie» sono lavori che nascono dall’ossessione di Luca Caccioni per l’azione del ritaglio, un’azione quasi compulsiva – proprio come l’atto di mangiarsi le unghie, da cui il nome – che porta l’artista a tagliare vecchi fondali di scenografie teatrali, a rimontarne e comporne insieme i ritagli, creando silhouette originali cariche di fascino, che richiamano alla mente ricordi di forme già vissute, tra visioni anatomiche e iconografie architettoniche. Messo qui da parte l’intervento pittorico, Caccioni rende queste carte libere di agire nello spazio. 


Le Onicophagie – esposte al museo di Saint Étienne d’art moderne Métropole (2012), al Museo d’arte contemporanea di Lissone (2014) e nell’ultima Biennale del Disegno di Rimini (2016) – opere di grande formato e prive di interventi pittorici, nascono da forme che l’artista ricompone in raffinati quanto precari assemblaggi, superando la bidimensionalità del supporto e infondendo loro una nuova autonomia, che lo stesso artista intende come scultorea.

2016- Maurizio Osti

Nel 2016, il LabOratorio degli Angeli ha ospitato un grande maestro dell’arte contemporanea: Maurizio Osti è stato protagonista con una personale dal titolo “DISEGNI DI/SEGNI” che ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti della carriera dell’artista bolognese,


Maurizio Osti, nel solco di una pratica artistica che contamina la ricerca minimal e concettuale alla Poesia Visiva, ha presentato una selezione di lavori che indagano la natura e l’identità del “segno”, concetto ripreso nelle sue possibilità semantiche e variazioni strutturali. Nelle opere esposte all’interno dell’Oratorio dell’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Maurizio Osti ha compiuto un’azione di destrutturazione dell’immagine figurativa, un gesto radicale inteso come atto di rinascita e di metamorfosi della realtà oggettuale. Al centro della sala, è stata posizionata l’installazione Costellazione Miniature: trentatré miniature fotografiche (12 x 12 cm) che fissano la traccia di una costellazione astronomica, in un rimando al micro e il macrocosmo in cui siamo immersi. Ogni miniatura è intesa come dialogo tra l’artista e la storia dell’arte: l’immagine di uno stralcio di affresco gotico viene inondato di materia, un getto di silicone mescolato a grafite, un’azione informel che è il modo personale di Osti per confrontarsi con la tradizione, un incontro metartistico tra due differenti linguaggi espressivi. 


Hanno accompagnato Costellazione Miniature una selezione di lavori tra i più significativi della produzione artistica di Maurizio Osti, come Viriditas, e le serie dei Lybris e dei Polarpoitrait. 

2015- Piero Manai

Nel 2015, il LabOratorio degli Angeli ha ospitato una retrospettiva dedicata a Piero Manai, pensata a seguito del montaggio di due opere inedite di grande formato dei primi anni Ottanta: le Ninfee (Omaggio a Monet) e Omaggio a Brancusi. 


In mostra sono state rese visibili le fasi del recupero dei due lavori del maestro bolognese, grazie ad appositi pannelli esplicativi che hanno raccontato i procedimenti a cui sono state sottoposte: dal fissaggio del pastello, all'applicazione di un supporto in carta giapponese per il loro sostegno e al successivo montaggio su telaio. Partendo dalle Ninfee (Omaggio a Monet) e dall’Omaggio a Brancusi, in mostra negli spazi dell’ex Oratorio di Santa Maria degli Angeli (XV sec) sono stati mostrati alcuni dei più significativi lavori/ omaggi ad artisti che Manai ha realizzato intorno alla metà degli anni Ottanta. La riflessione sull’arte e sulla storia dell’arte è centrale in tutta la produzione di Piero Manai, fin dagli esordi. 


“Manai – Omaggi” ha offerto l’occasione per conoscere un aspetto ancora poco indagato della pittura dell’artista bolognese, la sensibilità del suo sguardo nei confronti dell’arte e dei suoi maestri, che è alla base di un atto creativo peculiare, selvaggio e poetico allo stesso tempo, che riesce a mettere a nudo l’essenza stessa dell’opera d’arte a cui si ispira e che ha reso Piero Manai uno dei più grandi artisti del suo tempo.

2014- Aldo Mondino

Nel 2014, il Laboratorio degli Angeli, insieme con la Galleria de’ Foscherari, ha portato il pubblico ad ammirare una selezione di lavori relativi all’ultimo periodo dell’attività di Aldo Mondino, otto opere realizzate tra il 2004 e il 2005, anno della sua scomparsa.  La selezione di lavori presentata in mostra, in collaborazione con l’archivio Mondino, ha raccontato le tappe fondamentali della sua continua ricerca. A partire dagli anni Ottanta, Aldo Mondino si è incamminato dalla sua Torino per un viaggio senza meta che lo ha portato alla scoperta del sacro e colto, rappresentato nelle eleganti danze dei monaci dervisci.


In mostra anche tre opere dedicate ad Alighiero Boetti, Essaouira e due diverse versioni di Ali ali alighiero, tutte e tre dipinte nel 2004, dove il cielo della città magrebina e il volo dei gabbiani sono diventate un toccante omaggio all’amico scomparso prematuramente nel 1994 e con il quale Aldo Mondino condivideva la passione per l’arte e per l’Oriente.


Ai lavori del maestro torinese è seguito un video realizzato per l’occasione da Matteo Morris dello studio fotografico Blow Up Foto e Video, dal titolo emblematico “Dietro le quinte del restauro”.

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