LabOratorio degli Angeli


Chi siamo

Il laboratorio, realtà ben radicata nel territorio e conosciuta a livello nazionale, nasce dalla volontà di Maricetta Parlatore che nel 1982 trasferisce la sua attività, costituita nel 1968, presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli e l’attiguo Oratorio.


Nel 2005 viene rilevato da Camilla Roversi Monaco, diplomata all’OPD di Firenze, ora docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che continua a rivestire il ruolo di direttore tecnico dell’azienda. Dal 2019 entra in società Andrea Del Bianco, chimico e restauratore, responsabile dei settori restauro carta e del contemporaneo.


Il LabOratorio degli Angeli, in possesso di attestazione S.O.A. OS2-A class. II, opera sia nell’ambito del restauro architettonico sia delle opere mobili, e si distingue per interventi su opere su supporto cartaceo, manufatti di grande formato e di arte contemporanea. Grande attenzione viene riservata alle metodologie d’intervento, nel rispetto delle peculiarità delle singole opere. La formazione e l’aggiornamento del personale rivestono un ruolo sostanziale all’interno dell’azienda, che è costantemente impegnata nella ricerca e nella sperimentazione, oltre a collaborare con istituzioni pubbliche e private accogliendo e promuovendo corsi di aggiornamento.


Il laboratorio si occupa inoltre di conservazione programmata, di perizie, di condition report, di montaggi e sistemi espositivi realizzati secondo principi conservativi, di realizzazione di safebox.

Il l(u)ogo

LA SEDE:

Le prime notizie sulla chiesa di Santa Maria degli Angeli arrivano dal quattordicesimo secolo, quando era costituita solamente da una semplice cappella ed era chiamata Santa Maria del Presepio. Al suo interno era custodita una statua in legno di "Madonna con Bambino benedicente”. 


A partire dal 1400, all'immagine mariana vennero ricondotti numerosi miracoli, per cui il vescovo di Bologna dell'epoca, Giovanni di Michele (in carica dal 1412 al 1417), la fece trasferire in processione alla cattedrale di San Pietro, perché avesse una collocazione più dignitosa. Ma quando la processione giunse in Via Orfeo, i portatori persero la vista e incominciarono a barcollare: segno che la Vergine non ne voleva sapere di essere trasportata in altri luoghi. Il vescovo allora ordinò che venisse riportata indietro. L'episodio fece scalpore a Bologna, tanto che i devoti chiesero al nuovo vescovo Nicolò Albergati (in carica dal 1417 al 1443) di trasformare la cappella in chiesa. 


In seguito, vi si insediò una confraternita di laici che si dedicava all'assistenza dei bambini bisognosi e abbandonati, intitolata a Santa Maria degli Angeli, titolo che poi passò anche alla Chiesa. La Confraternita fu soppressa nel 1798 in seguito alle leggi Napoleoniche, ma la Chiesa rimase aperta al culto ancora per qualche anno. Sul finire dell'Ottocento la facciata venne restaurata da Edoardo Collamarini: si trattò della prima ristrutturazione di un edificio antico progettata dal famoso architetto, che ridisegnò interamente la facciata ispirandosi a uno stile romanico. Il restauro venne portato a termine da Alfonso Rubbiani nei primi anni del ‘900. Questi interventi hanno riportato la facciata al suo presunto aspetto originario, con i mattoni a vista e le eleganti forme goticheggianti in risalto, grazie alla ricostruzione del cornicione in cotto che decora l’occhio del timpano e al ripristino delle antiche bifore, sostituite nel tempo da aperture di forma rettangolare. Da metà Ottocento la Chiesa ha ospitato attività differenti, spesso legate all’arte: fu atelier degli scultori Enrico Barberi e Tullo Golfarelli, laboratorio di maestranze che lavoravano il legno, studio di architetti, per diventare nel 1982 sede del nostro laboratorio.


IL LOGO:

La “O” maiuscola di LabOratorio vuole confermare lo stretto legame con la nostra sede storica, che comprende, oltre alla chiesa, l’oratorio. Il logo è stato creato da Maurizio Osti, ma non era nato per noi; la sua storia è piuttosto interessante, come lui stesso ci ha raccontato:

“Nel 1983 mi fu richiesto dal prof. Renato Barilli di studiare un marchio per il nuovo Dipartimento di Arti Visive dell’Università di Bologna. L’Università alla fine decise di rimanere fedele al marchio storico, e quindi non venne adottato. Maricetta Parlatore, allora titolare del LabOratorio degli Angeli, era alla ricerca di un proprio marchio. Quando vide quello del dipartimento mi chiese di modificarlo adattandolo per il suo laboratorio di restauro. Questa è la storia dell’attuale marchio del LabOratorio degli Angeli”.

Il nostro lavoro

 Restauroo

Montaggi e movimentazione

Monitoraggio, conservazione e consulenze

Indagini e ricerca

Elenco degli artisti da noi trattati

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